Chiavi Segrete

Entra in un mondo magico

Il paradiso è là, dietro quella porta, ma ho perso la chiave.

Forse ho solo dimenticato dove l’ho messa

K. Gibran

Quando ero piccola feci un sogno, uno di quelli che ti svegliano nel cuore della notte e ti lasciano a metà tra i due mondi, a metà tra il tuo caldo letto e quel luogo magico che chiamo “Oltrelà”.

Questo sogno inizia in un bosco di un tempo lontano o forse di un tempo che è e non è ma nessuno lo sa, nè dove sia nè quando sia stato. Tutto è in silenzio intorno a me. La nebbia è fitta e bagnata, e regna una pace irreale. Mi guardo i piedi scalzi e sporchi di terra e aghi di pino. Guardandomi intorno mi accorgo di essere dentro una galleria di vetro e ferro battuto che striscia come un serpente di cristallo nel profondo della foresta. Le foglie degli alberi d’autunno cadono a terra senza emettere alcun rumore e invadono il pavimento della galleria entro cui sto camminando.

Silenzio. Assordante e umido silenzio. Non ci sono porte o finestre, non posso uscire, solo avanzare e addentrarmi là, dove non vedo.

Sento dei passi calpestare le foglie secche e scricchiolanti, sembrano lontani e vicini, ma sono sicura: sono dietro di me. Mi volto. Una vecchina gobba e vestita di stracci procede incerta appoggiandosi a un bastone ricurvo, non dice niente ma mi allunga la sua mano rugosa. Non mi rivolge nè un sorriso nè un’occhiata rassicurante, solo quella mano tesa che rende la distanza tra noi uno spazio sospeso. Le do fiduciosa la mia, piccola liscia e paffuta. Riprendiamo a camminare, ora insieme. Non so quanta strada abbiamo percorso così, mano nella mano, una vecchia e una bambina scalza, dentro una galleria di vetro all’interno di un bosco che diventa sempre più nero. Arriviamo a una piccola radura di felci, intorno a noi ci sono delle porte, alcune sono vecchie e di legno, altre sono di ferro arrugginito. E’ un luogo molto strano.

Lei mi guarda e gracchia placidamente <<è il momento bambina mia, scegli una porta e guarda nella serratura>>.

<<Ho paura nonnina, so cosa vedrò attraverso la serratura. Non voglio guardarci, ho paura, non voglio!>>

<<Hai paura, ma comunque guarderai, così deve essere>>

Mi avvicino a una porta, sono le mie vene pulsanti che comandano attraverso quale guardare. E io le seguo perchè così deve essere.

Mi chino, appoggio la guancia. Guardo.

Ecco.

L’occhio della strega mi guarda attraverso la serratura.

La vecchina sorride e annuisce. <<Cerca la chiave>> sussurra prima di svanire nella nebbia.

Sono sveglia.


Da allora cerco la mia chiave… ne ho trovate in vecchi cassetti polverosi, ne ho trovata una dentro un libro, altre tra tazzine di porcellana sbeccata e posate arrugginite. Le colleziono, le tocco, provo a immaginarmi la loro storia, quali porte avranno aperto? a chi saranno appartenute prima di trovarmi? Le collezione e le creo.

Fabbrico chiavi magiche e segrete perchè sono alla ricerca del mio giardino e di quella strega, certa che un giorno tra le mie mani arriverà quella che riuscirà a sbloccare la serratura.

Quando creo una chiave, scolpendola lentamente dalla cera, lei ha già scelto a chi appartenere: è un sottile filo magico che lega la chiave al suo padrone. Non ho idea di chi sia, ma vuole essere creata per lei, per aprire quel suo giardino segreto e svelarle il mondo che regna nell’Oltrelà.

Sogno, fiaba, magia? Chissà…forse aveva ragione Amleto <<ci sono più cose tra cielo e terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia>>… nel frattempo continuo a cercare e a creare.



Ogni chiave è realizzata con la cera e poi fusa in Argento 925 in un laboratorio fiorentino con l’antica tecnica della fusione a cera persa. Le chiavi vengono poi rilavorate e anticate a mano con delle patine ossidanti. Ognuna di esse è diversa dall’altra e unica: mai ce ne saranno due uguali. Quando acquisti una di queste chiavi sarà sempre e solo tua.

Trovi la tua chiave sullo shop online di C’era una volta

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