Scrivo dopo mesi e mesi di silenzio su questo blog artigianale direttamente dal mio giardino: è mattina, fa caldo ma c’è una brezza piacevolissima che porta l’odore di salsedine dal mare che si mescola con il forte profumo dei gelsomini in fiore, vicino a me ci sono i mici e ho bevuto anche il caffé davanti al pc come una vera blogger. E’ indubitabilmente un idillio. E invece c’è qualcosa che mi distrae. Cosa? Pensa e ripensa torno a chiedermi…Cosa? cosa c’è di diverso? Poi passa un camion in lontananza, e dietro altre macchine, altri motori, e ora che ci presto attenzione trovo anche cosa mi infastidisce nell’aria. Ecco sì! deve essere questo, tra una nota di gelsomino e una di mare, c’è lui: quel sottile strato di smog a cui mi ero disabituata completamente. E il costante rumore infernale della strada in lontananza che mi distoglie dalla totale perfezione del cinguettio delle rondini intorno casa. E giù il morale con tante altre cose.
Io abito in un piccolo paradiso terrestre, è un piccolo paesino tra mare e bosco e ho l’immensa fortuna di non essere circondata da asfalto e strade trafficate. Ma…la differenza rispetto al silenzio e alla leggerezza dell’aria che si respirava durante il lockdown si sente anche qui, eccome se si sente. Arrivo subito alla confessione. Sono stata meravigliosamente bene in quarantena. L’ho detto. Preciso subito, onde evitare macumbe da ignoti, che questo mio discorso non preclude assolutamente la fortissima preoccupazione che avverto per la situazione economica, e, ovviamante, l’empatia verso le persone che in questa pandemia globale hanno perso cari o si sono ammalate. Piango ancora guardando la scena di Space Jam, vi ricordate vero Space Jam? quel film del 1996 mezzo animato con Michael Jordan? Ecco avete presente la scena degli spogliatoi? tutti stanno bevendo dalla borraccia prima della partita e quando tocca allo “sfigato” Stan nessuno gli ha lasciato un goccio d’acqua. Piango a fiumi, cioè proprio non ce la faccio. Questo per dire che per chi è terribilmente empatico come me, questa pandemia con tutti i morti, disoccupati, famiglie in crisi che si sta portando dietro, è stata un colpo davvero duro. Ho dovuto smettere di guardare i tg dopo 12 giorni di lockdown perchè non riuscivo a buttare giù insieme il groppo e il boccone.
Ma sì, io sono stata meravigliosamente bene. Con la mia tribù ( 9 gatti e 1 umano più la sottoscritta) ci siamo stretti in un prolungato abbraccio durato più di sessanta giorni. Stare chiusa in casa mi ha permesso di stare ancora di più dentro di me, in quegli spazietti angusti pieni di cose terribili e magiche rivelazioni. Ho lavorato con un’ispirazione dimenticata, è come se più passavano i giorni più la Vera me prendeva il sopravvento. I primi venti giorni ci ho litigato. Tanto. Ci siamo prese a parolacce, ci siamo urlate contro, non ci siamo parlate perfino. Poi ci siamo messe a tavolino e abbiamo fatto un patto. Conosciamoci senza pregiudizi. E BOOM rivelazione. Piccola parentesi, sono una persona che passa più della metà della giornata (tipo da sempre) ad autoanalizzarsi e quindi non credevo ci fosse ancora cosi tanto da scoprire. Mi sono conosciuta, anzi “riconosciuta”, a fiuto. E come canta la mia cantastorie preferita, Mariee Sioux, <<mi sono presa come moglie perchè non potevo più lasciarmi indietro>>.
Cosa c’entra tutto questo con l’argomento principale del blog? ovvero gioielli? Tutto e Niente. Ma questa è la rubrica “Vita da Artigiana” e tant’è…Il mio approccio al lavoro è cambiato, il mio seguire l’ispirazione, il mio scopo. Sempre di più sta diventando fondamentale ristabilire le priorità in questo mondo che faremo, sennò dimenticheremo come sempre, e sarebbe un’occasione persa e davvero irrispettoso e deludente.
Nella mia vita personale ho fatto alcune scelte importanti, come diventare vegetariana, dire stop al Fast Fashion, allontanarmi in generale dal consumismo sfrenato a cui siamo abituati. Fare con poco. Rispettare i miei tempi e i miei spazi. Sospendere, per quanto mi è possibile, il giudizio verso le altre persone, non aggredire, non prevaricare. Amare e rispettare. Il mio lavoro viene dietro con me ovviamente ed è anche per questo che sto scrivendo. Si io creo gioielli, quanto di più superfluo e “leggero” si possa immaginare, ma mi piace pensare che in questo mondo che faremo, i lavori artigianali come questo possano avere una loro voce. Si parte dal poco, si parte da dove siamo e si fa con quello che abbiamo. Sostenibilità dovrà essere più di uno slogan, nè un punto di arrivo, ma bensì un percorso, -avevo scritto “lento” ma forse questo è da rivedere- e constante. Non c’è un premio, nè “io faccio di più e meglio”, “tu sbagli”, “cosi non si fa”. Dobbiamo imparare il valore della comunità senza legarlo a ideali e colori politici. Stiamo tutti imparando, siamo tutti sulla stessa barca e tutti abbiamo un remo in mano. Qualcosa è meglio di niente.

Con C’era una volta sono partita dal packaging. Ho cercato di abolire la plastica e ho trovato delle bustine in fibra naturale a dir poco curiose. Da ora in poi i vostri gioielli arriveranno all’interno di questi sacchettini che hanno (almeno) due utilizzi: il primo e più ovvio: contenitore per gioielli, è sempre bene riporli una volta disindossati, questo aiuterà a mantenerli in buona salute nel tempo; il secondo utilizzo è quello che me li ha fatti scegliere: Filtri per il tè! Non è fantastico? Sono sacchetti pensati per gli infusi di erbe, lavabili e riutilizzabili. Basterà lavarli, scegliere il vostro tè sfuso preferito e metterlo all’interno del sacchetto, acua calda nella tazza e il sacchettino farà il resto. Io forse sono un po’esaltata da questa scoperta perchè sono una bevitrice compulsiva di tisane e questo è un aiutante fantastico, ma trovo che sia davvero un modo carino e simpatico per portare il riciclo anche su C’era una Volta.
Qualche notizia tecnica prima di chiudere: la mia collezione di api, fiori, farfalle e altre bestiole presto si allargherà; durante questa quarantena ho creato nuovi modelli e ho strutturato una mini collezione estiva che presto vi farò vedere. Inoltre a metà giugno avrò i miei gioielli in Argento. Un traguardo enorme e felicissimo per me. Non vedo davvero l’ora di potervi mostrare il mio giardino argentanto. Alcuni gioielli sono già prenotati ma dal momento che saranno online non andranno più via, sarà possibile ordinarli e in circa due/tre settimane lavorative potrete avere la vostra creazione! Sono davvero emozionata!

Passo e chiudo, le ore sono passate e in giardino si inizia a soffrire il caldo e le zanzare.

Un passetto alla volta e partendo da cose semplici si può fare tanto. Ci credo davvero in questo e da ora in poi sarà mio pensiero costante come rendere sempre più sostenibile il mio lavoro, per voi, per me e per mamma Terra.
Grazie per aver letto fin qui i miei pensieri, se vi va lasciate un commento, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, come avete vissuto questa quarantena, e se avete consigli. Intanto un grande abbraccio virtuale.
Virginia
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